Aleida Guevara a Livorno

Aleida Guevara, figlia del Che, è tornata a Livorno per un dibattito con i lavoratori portuali, organizzato in fortezza nuova dall’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba (ANAIC) con l’adesione di una miriade di associazioni e partiti della sinistra in città. Un incontro cordiale con la città, fatto di grandi riflessioni su grandi temi, ma anche di tante chiacchiere e sorrisi mai negati ai tanti accorsi a sentirla.

Il primo a prendere parola sul palco è stato il segretario livornese dell’associazione Daniele Marella, a ricordare la partecipazione del circolo di Livorno alle giornate di mobilitazione nazionale dello scorso 29 e 30 giugno contro il “bloqueo”: il blocco economico e finanziario imposto dagli stati uniti al paese caraibico da oltre 60 anni.
Subito dopo la parola è passata ai lavoratori portuali, che stanno portando avanti una vertenza, iniziata dal porto di Genova, contro il traffico di armi nei porti. Una lotta che qualche settimana fa li ha visti prendere una posizione netta anche a Livorno, città che ha saputo così esprire ancora una volta grande solidarietà al popolo palestinese. L’appello a non caricare e scaricare le armi si è diffuso in vari porti italiani e stranieri, da Napoli a Ravenna, ad Oakland e ad altri porti americani. Si ribadisce l’importanza che siano i lavoratori a prendere una posizione chiara opponendosi al carico e scarico di armi, i portuali vogliono essere solidali, caricando medicine ed aiuti ma non armi che vanno a uccidere e massacrare popolazioni civili e inermi.

Continuano con l’attacco all’embargo che non fa arrivare beni di prima necessità a Cuba come le medicine, un crimine che colpisce indistintamente Cuba. Giovanni Ceraolo, dell’USB, ha rilanciato lanciando una giornata internazionale sulla questione del blocco delle armi e sul fatto che Cuba abbia il diritto di fermare l’infame embargo che da troppo tempo colpisce la popolazione cubana. A prendere la parola è stato poi Marco Papacci, segretario nazionale dell’Associazione Italia-Cuba, che ha ricordato che l’associazione è nata nel 1961 in occasione dell’attacco mercenario a Playa Giron e dal quel momento si sono sviluppati circoli in tutto il territorio nazionale. Uno degli obiettivi principali da quando è nata l’associazione è stata proprio la battaglia contro il blocco che impedisce lo sviluppo dell’isola. Nonostante questo Cuba resiste e anche in un periodo particolare come questo Cuba è riuscita a sviluppare cinque candidati vaccini con la quale Cuba vaccinerà tutta la popolazione e poi lo regalerà alle popolazione che non possono permetterselo.

Occhi e orecchi erano però tutti per lei, Aleida Guevara, ha poi preso la parola: “tutte le volte che sono venuta in Europa ed Italia ho parlato del blocco economico e delle vicissitudini del popolo cubano. Poca stampa ha pubblicato quello che io ho detto, parlare del blocco è facile viverlo è una cosa differente e colpisce il popolo. Ogni paese dovrebbe essere libero di commercializzare con chi vuole e scambiare qualsiasi tipo di merce. Il governo degli Stati Uniti ha impedito a chiunque di fare accordi commerciali con Cuba”. Aleida continua con un esempio dicendo: “Cuba non è un popolo che produce latte, ma come tutti vogliamo dare la possibilità che i bambini cubani possano bere il latte ed abbiamo domandato all’Europa di vendercelo e ci hanno risposto che non potevano farlo per la legge del blocco imposto dagli Stati Uniti. Gli USA attuano delle sanzioni contro chi commercializza con Cuba: se l’impresa ha del capitale negli Usa automaticamente gli viene sequestrato dal governo. Se l’impresa non ha soldi depositati negli Stati Uniti ma il suo prodotto finale ha un 10% di componente sviluppato negli stati uniti il governo americano gli chiude l’impresa. Se l’impresa non ha nessuno di questi requisiti chiunque commercia con Cuba non ha il diritto di fare la stessa cosa con gli Stati Uniti. Parlare del Bloqueo è molto semplice e la gente lo capisce subito quando uno lo spiega ma viverlo e resistere contro tutto questo è un’altra cosa”.

“Oggi – continua la figlia del Che – è impossibile vivere da soli, ognuno di noi ha bisogno di tutti i popoli del mondo. Infatti basta pensare al caffè o ad alla cioccolata che vengono prodotti in america latina e poi lavorati in Italia o in Svizzera. Per produrre il risultato finale c’è bisogno della collaborazione di tutti i popoli e di tutte le nazioni coinvolte. Negli anni passati gli italiani per fame o per sfuggire alla guerra sono emigrati in ogni parte del mondo in cerca di lavoro. Nessun essere umano vuole lasciare il proprio paese, ma lo fa per sopravvivere. Per questa ragione dovremmo in primis accogliere e non respingere chi ci chiede un aiuto ma sopratutto dobbiamo creare le condizioni perchè una persona non debba morire ed in questa direzione va la mobilitazione dei portuali livornesi che si rifiutano di caricare le armi”.

La serata è continuata al ristornate Scacco Matto in via Filzi, per una cena di solidarietà. Una parte del ricavato è stato infatti destinato per l’acquisto di aghi e siringhe da mandare a Cuba per la somministrazione di Soberana, il vaccino cubano anti-Covid interamente prodotto dallo stato. La serata è stata accompagnata dalla musica del gruppo cubano Tierra Nueva, fra una foto e l’altra dei tanti curiosi per la prestigiosa ospite.

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