Tetti di Piazza Grande e Duomo
Voltolino Fontani (1920-1976) ha dedicato svariate opere a Livorno, privilegiando scorci della “Venezia” e del porto, anche se non esclusivamente.
QUARTO E QUINTO QUADRO
“Tetti di Piazza Grande”, 1939, olio su tavola, cm 73,9 x 74,6;
“Il Duomo”, prima metà Anni Sessanta, olio su tavola, cm 50 x 70
Questi due quadri Tetti di Piazza Grande e Duomo sono strettamente collegati pur essendo stati dipinti a grande distanza di tempo, il primo nella prima giovinezza dell’artista e il secondo nella maturità.
Il primo dipinto va a toccare il vissuto dell’artista, in quanto i tetti di Piazza Grande sono quelli che un giovane Voltolino, sensibile, tormentato e chiuso in se stesso, assai diverso dalla persona solare ed estroversa che molti ricordano, vedeva dalla sua finestra. La cattedrale di Livorno fu un punto di riferimento per lui durante la giovinezza, dato che dall’alto del suo appartamento situato in Via Grande poteva vederne la sommità, e con il suo sfondo ambientò svariate opere popolate da romantiche fanciulle, come “Fanciulla dalle colombe” o “Fanciulla del Duomo“. Tra abbaini e comignoli si distingue sulla sinistra la croce della cattedrale di Livorno e, al centro, solo la sommità del campanile, appena al di sopra della soffitta con la grondaia. Inutile sottolineare che quella accennata è la chiesa originale, successivamente devastata dalla seconda guerra mondiale. Voltolino è appena diciannovenne, ma non ci sono gioia di vivere e spensieratezza in quest’opera, dominata dai toni grigi e soprattutto da un cielo plumbeo e violaceo, vera chiave di lettura di questo quadro, appartenente al periodo pittorico giovanile definito dai critici “Espressionismo psicologico”.
Ben diverso il secondo quadro, “Il Duomo“. Il soggetto è la stessa chiesa intravista nel quadro precedente dipinta di facciata. Pur predominando il colore grigio non si percepiscono né monotonia né tristezza, sia per lo squarcio di luce sulla sinistra sia per la presenza di un cielo sereno che incornicia la chiesa donandole leggerezza e luminosità. In questi due dipinti quindi (come in molti altri) è il cielo che racchiude l’intimo significato dell’opera. Si noti la corposità e la pastosità del colore. Si tratta di un’opera ben studiata e ponderata in ogni singola pennellata, a differenza di tanti altri “bozzetti” nati di getto da un’emozione o da un ricordo, ma non per questo meno coinvolgenti.
Si ringrazia Adila Fontani figlia di Voltolino Fontani per la preziosa collaborazione nel fornirci foto e presentazione.
Ogni lunedì una nuova puntata!