Caproni, il livornese che diventò poeta a Genova

Il poeta, critico letterario e traduttore italiano Giorgio Caproni nacque a Livorno il 7 gennaio 1912.

Figlio del ragioniere Attilio e della sarta e ricamatrice Anna Picchi, Giorgio all’età di quattro anni imparò a leggere da solo.

Nel 1922 nacque la sorella Marcella e la famiglia Caproni a causa di alcune difficoltà economiche, da Livorno si trasferì prima per breve tempo a La Spezia e poi a Genova, città che valorizzò molto Giorgio dal punto di vista umano e culturale.

Durante la sua adolescenza, stimolato dal padre, il ragazzo si dedicò allo studio del violino coltivando nel frattempo il suo talento per la poesia.

All’età di diciotto anni il giovane fu costretto a malincuore ad abbandonare lo strumento per dedicarsi al lavoro di fattorino, contribuendo così al sostentamento economico della propria famiglia.

Anche se la sua passione per la musica non si esaurì mai, Giorgio si dedicò sempre più alla poesia e allo studio della letteratura, conseguendo il diploma magistrale e prendendo, all’età di 23 anni, servizio come maestro elementare a Rovegno, in provincia di Genova, in seguito ad Arenzano, sulla Riviera di Ponente e poi a Casorate, in provincia di Pavia.

Nella vita di Giorgio comparvero due figure femminili molto significative, la fidanzata genovese Olga Franzoni, le cui condizioni di salute erano già cagionevoli e che morì di setticemia nel 1936, prima delle nozze lasciandolo nella disperazione e Rosa Rettagliata detta Rina che conobbe successivamente. Con quest’ultima che gli dette la forza di andare avanti superando il suo dispiacere Caproni si congiunse in matrimonio nell’agosto del 1938 ed in seguito nacquero i figli Silvana nel maggio 1939 e Attilio Mauro nel giugno !941.

Sia Olga che Rina ispirarono Caproni in alcune delle sue opere, la fragile Olga era per lui la rappresentazione di un immagine illusoria, l’amore astratto e Rina l’amore concreto, stabile e la vita che prosegue.

Molto importante per Giorgio fu l’incontro con il narratore e giornalista Libero Bigiaretti, che lo fece conoscere nell’ ambiente letterario e artistico romano frequentato dall’editore Luigi De Luca, che pubblicò di Caproni nel 1941 la raccolta Finzioni.

L’editore Enrico Vallecchi, che il poeta conobbe grazie a Piero Bargellini, gli pubblicò Cronistoria che conteneva oltre ad alcune poesie scritte da Caproni in gioventù anche delle composizioni che scrisse nel 1942.

Nel 1947 Giorgio Caproni dedicò a Piero Bargellini Le biciclette che scrisse per le Olimpiadi della poesia di Londra.

Diverse furono le traduzione che effettuò Caproni tra le quali, su richiesta di Natalia Ginzburg, il Tempo ritrovato di Marcel Proust del 1951 e le Poesie e prosa di Renè Char del 1962, inoltre fu realizzato nel 1998 il Quaderno di traduzioni con la prefazione di Pier Vincenzo Mengaldo  dove sono state raccolte delle traduzioni poetiche di Caproni curate da Enrico Testa.

Il grande letterato morì il 22 gennaio 1990 a Roma e riposa nel cimitero di Loco, accanto alla moglie Rina deceduta nel 1993.

Foto: Di Dino Ignani – http://www.dinoignani.net/giorgio_caproni.html, CC BY-SA 3.0, Collegamento


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